giovedì 10 febbraio 2011

E' davvero una quantità di tempo indecente che non scrivo! Chiedo umilmente scusa ai miei 3 lettori fissi!
 (Manzoni sminuiva i Promessi Sposi dicendo che avrebbe avuto solo 25 lettori, io mi vanto di averne tre!)
 Che dire? Parto dalle cose importanti!
 Il 5 febbraio sono andata al palasharp qui a milano (milano, è una delle tante parole che tendo a scrivere con la lettera minuscola), le varie descrizioni della giornata le potete trovare tranquillamente su internet, ma spero che ne sappiate già qualcosa.
Ho visto Roberto Saviano di persona, è stato forse il momento più emozionante della mia vita fin ora, e io ho una vita parecchio movimentata, ma se scorro le immagini dei momenti più emozionanti della mia vita, non riesco neanche a fare un paragone.
L'ho scorto prima che salisse sul palco, era lontanissimo e sono stata la prima di 10.000 persone ad alzarsi in piedi, senza neanche accorgermene!
Lui, lui è il mio idolo.  Nel suo secondo libro, "La bellezza e l'inferno" parla della sua vita dopo "Gomorra", e racconta:
"Voglio farmi una famiglia e ci riuscirò nonostante le difficoltà, le cose che fanno gli innamorati, andare a passeggio, a prendere un aperitivo, a visitare un museo, a cena fuori, mi sono tutte quante proibite, ma ci riuscirò lo stesso e sarà la mia vera vittoria. Salman Rushdie mi ha messo in guardia dicendomi che dovevo trovare il coraggio di uscire dalla mia prigione altrimenti il pubblico ci si affezionerà troppo e vorrà continuare a volermi rinchiuso".

In un intervista ha anche confessato: E' vero mi è stato tolto un mondo, ma in cambio ne ho trovato un altro. E la scrittura è stata ed è medicina, piacere, casa, riconferma che esisto, ma anche straordinaria — forse unica per me — possibilità d'incontro, e non penso solo a libri e articoli ma anche a facebook, che è la mia piazza, il mio bar, il mio ristorante, il mio giardino pubblico e la mia passeggiata a mare 


Il Romanticismo che c'è in me racconta che ogni vita è emozionante, travolgente, è una !passione e tempesta", ma sono costretta ad ammettere che ci sono delle cose putroppo (o per fortuna) che accomunano la vita di tutti noi, quelle cose che non si spostano, rimangono nostre e ci ricordano di avere in mano qualcosa, come una casa nostra, una persona che ci stia accanto anche e sopratutto fisicamente. E invece scrive:
Per difendermi sono diventato cattivo, perché non è vero che le difficoltà migliorano l'uomo: lo peggiorano, invece, quasi sempre, e nella mia segregazione io sono peggiorato. Mi ritrovo con una grande voglia di vendetta contro chi mi costringe a questa vita e talmente nervoso che mi rovino le mani dando cazzotti contro il muro. E chissà come sarei ridotto se non mi potessi sfogare allenandomi con uno degli amici che mi proteggono, pugile un tempo, prima di entrare nell'Arma. Nervoso per me ma anche per i miei familiari, in quanto porto la responsabilità del loro sradicamento, della loro forzata emigrazione. Certo che ho guadagnato dei soldi ma se così non fosse avrei già dovuto smettere di scrivere le cose che scrivo perché non avrei i mezzi per difendermi dalle querele che mi fioccano addosso da parte dei malavitosi, Raffaele Cutolo in testa, tutte vinte peraltro, per fortuna. Quanto alla stima e all'amicizia dei grandi scrittori stranieri, probabilmente sono vivo grazie a loro perché se all'estero non avessero seguito con passione e partecipazione il mio caso, temo proprio che non avrei avuto attenzione e protezione dal mio Paese. Nonostante il presidente Napolitano — e gliene sono profondamente grato — abbia sempre mostrato sollecitudine nei miei confronti. E in tv ci vado quando arrivano nuove minacce, perché la visibilità, la notorietà sono una forma di tutela. Con Gomorra non pretendevo tanto di avere successo quanto di cambiare le cose, svegliare la gente, costringerla a vedere l'orrida realtà neppure tanto nascosta".

 Lui si è privato di tutto questo, in nome della libertà di informazione, perchè l'informazione è libertà!
Si è privato di tutto questo perchè voleva fare la differenza, svegliare la gente. Ma non si abbatte, e trova la sua libertà dentro di sè, scrivendo, palrando, con coraggio, questa per me è libertà.
ATTENIONE, parlandone a casa mi è capitato che qualcuno a tavola fraintendesse, io non lo sto ossannando per il suo stile di vita, ma per le grandi cose che ha fatto, anche (in secondo piano, ma da tener bene a mente) subendo le conseguenze terribili che gli vengono imposte.
Così alla fine del suo discorso, che consiglio vivamente di andare a vedere su youtube (se ho fatto bene, vi basterà cliccare sulla parola).

[vi consiglio di leggere qui: http://temi.repubblica.it/micromega-online/legge-bavaglio-saviano-non-avrei-mai-scritto-gomorra/  ]
 
Il giorno dopo "il fatto quotidiano" (io leggo solo quello, ma non su internet, perchè mi piace tenere in mano quella piccola parte di libertà, sentirne il profumo, macchiarmi d'inchiostro colato...) ha scritto grandi cose su Saviano, grandi, ma  sono rimasta un po' delusa.
 L'articolo era interessante, ma era scritto che il nostro Roberto potesse avere un futuro come nuovo leader politico. 
 Ecco, io ho sperato con tutte le mie forze che lui entrasse in politica mentre lo sentivo parlare, lo vedevo parlare, ma non ho percepito nemmeno l'ombra di questa possibilità! Lui ha parlato di punto di vista.prospettiva, pensiero. Sinceramente ho trovato questa notizia un po' ovvensiva, sarà che sono suscettibile quando si parla di lui, ma se ne avesse avuto intenzione non lo avrebbe detto lui stesso? L'ho vista come se la stampa lo avesse travolto fraintendendo tutto.
Gli è stato anche attribuita una citazione che lui stesso a sottolineato fosse di don Milani "che senso ha avere le mani pulite se si tengono in tasca?"

Non è stata neanche mensionata la cosa più importante che Saviano ha voluto comunicare:
 Non è il senso di distruzone verso qualcosa di sbagliato a doverci tenere uniti, ma la voglia di costruire insieme qualcosa di nuovo.

E con questo che chiudo, per ora e in gran stile!

Nessun commento:

Posta un commento